venerdì 24 ottobre 2008
Legge 133 e riforma Gelmini
Visto che nessuno propone tematice di discussione nuove ve ne propongo una io. Premetto che in quanto gestore del blog e soprattutto in quanto persona stanca morta della politica e di tutte le sue schifezze sarò sopra ogni parte, nè destra nè sinistra, semplicemente vorrei commentare ciò che è stato reso noto della riforma. So che milioni di altri blog se ne stanno occupando, ma voglio aggiungermi anch'io, per poter valutare tutte le opinioni che verranno scritte. Intanto vorrei cominciare col dire che è vero il fatto che negli ultimi anni non c'è stata riforma scolastica che non sia stata contestata, però bisogna anche ammettere che i punti di questo decreto sono davvero fuori da ogni logica, e il comportamento del governo mi sembra ancora più fuori. Per prima cosa è elementare che in un momento di crisi economica come quella che viviamo e dovremo vivere bisognerebbe aumentare la capacità d'acquisto dei cittadini così da poter muovere nuovamente la quantità di denaro presente nel paese, invece con questo decreto si pensa in primo luogo di tagliare fondi ad un organo così importante come l'università e con la riforma Gelmini si pensa di rendere prioritaria una sola figura all'interno delle scuole primarie chiudendo così di fatto la possibilità degli insegnanti precari di trovare un posto all'interno del sistema e così levando loro la possibilità di avere una situazione economica che li possa rendere cittadini attivi, cioè che possano far circolare denaro comprando dei beni, per cui è logico pensare che così facendo si aiuterà la recessione poichè l'economia perderà molti "motori".E a perderci saranno pure gli scolari più piccoli, in quanto è stato scientificamente provato che al giorno d'oggi l'intelligenza e l'apprendimento dei bambini sono molto diversi da quelli che i bambini della stessa età avevano 50 anni fa. Oggi un bambino è in grado a 5 anni di prendere in mano un cellulare e di impare ad usarlo nel giro di pochi minuti poichè, nato e cresciuto in un mondo con questi strumenti, è capace di apprendere suoni, movimenti e gesti che lo aiutano nell'imparare cose nuove e quotidiane. Questa è chiamata "intelligenza a rete" e non può essere ottimizzata proponendo una sola figura al bambino, ma bensì offrendogli un confronto multiplo e differenziato di figure così importanti come le maestre. Già questo potrebbe bastare, ma in più si sono aggiunte idee sulla privatizzazione dell'università, cosa che porterebbe l'università stessa ad essere molto più povera di così (visti i tagli) e privata, cioè diretta e condotta da qualcuno che finanzierebbe in modo molto inferiore le risorse universitarie a dispetto di quello che succede in paesi come l'inghilterra, dove l'università è si privata, ma nella quale vengono investiti capitali da noi nemmeno sognati per il progresso e la ricerca. Adesso io mi chiedo e vi chiedo per quale motivo invece che tagliare continuamente fondi a enti o a settori così importanti e fondamentali non si pensi di limitare i budget di tutti i politici e di tutto ciò che riguarda la politica visto che in Italia si hanno dei costi esorbitanti in quel campo, e perchè i soldi necessari non si ricavano tagliando stipendi di persone come portaborse (inutili) e facendo una buona pulizia di tutte quelle figure professionali che non servono ai fini della produttività del paese, ma che si occupano solamente di speculare sugli investimenti dei cittadini ai fini di ricavare ingenti somme da tenersi in tasca. Mi chiedo anche per quale motivo il governo continui a proporre qualcosa che la nazione (la maggioranza a quanto sembra) non vuole e che sta movimentando il più grande gruppo di manifestanti della storia del nostro paese. Continuo a chiedermi per quale motivo questo decreto sia stato presentato con la formula della fiducia senza dare al parlamento la possibilità di valutarlo e per quale motivo molti politici per difenderlo dicano cose non vere incasinando ciò che loro stessi hanno pensato riguardo al decreto stesso e confondendo ancora di più i diretti interessati (noi). Soprattutto mi domando dove andremo a finire avendo a capo del governo una persona che minaccia di reprimere ogni forma di manifestazione con l'intervento delle forze armate e che il giorno dopo ritratti tutto quanto quando ci sono video e testimonianze concrete delle sue parole. Ricordo che io non sono nè di destra nè di sinistra, sto solo valutando ciò che è accaduto in questi giorni al mio (al nostro) paese. E adesso via ai commenti, a voi la parola.
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Ciao kikko, ho letto con molto interesse questo tuo blog e condivido la tua posizione, visto che al giorno d'oggi schierarsi politicamente è difficile!... Sono dell'idea che non sia semplice dare potere d'acquisto ai cittadini, visto che a salari più elevati si incentiverebbe inflazione e di conseguenza una MAGGIORE recessione.
RispondiEliminaTuttavia, per evitare ciò, sarebbe necessario innanzitutto distribuire diversamente l'economia, senza dubbio tagliando la spesa pubblica in modo e ambiti concreti, ma anche ridistribuire il lavoro dei privati, ricominciando a produrre seriamente! Infatti un PIL in recessione è dovuto a consumi maggiori rispetto ai prodotti, e questo mi sebra impensabile. L'italia dovrebbe affidarsi alla produzione attraverso tecnologie moderne, che terrebbero alto l'onore del paese e creerebbero posti di lavoro altamente specializzati, piuttosto che grandi impieghi di personale per attività pubblicitarie, speculative e simili, che di fatto non producono niente. Io sono abbastanza favorevole ad un mercato capitalistico, nel quale i prezzi sono dati dal mercato, ma in questo modo si mangia in tanti dallo stesso piatto... Sono uscito un po' dal discorso della legge 133, ma quello che volevo fare presente è che l'italia è ricca di piccole imprese con mentalità antica, nelle quali non si guarda abbastanza al futuro e allo stesso tempo i giovani non hanno la possibilità di aprire attività che possano lasciare posto a figure istruite, che modernizzerebbero la produzione. Non si investe sul futuro, i giovani spesso sono visti come incapaci, mentre una buona scuola PUBBLICA apre le mentalità (non certamente con il maestro unico) e forma figure professionali che andrebbero messe alla prova fin da subito e non dopo anni di gavetta dietro a persone che hanno solo anzianità ma senza un'ottica moderna. Qui si vuole tornare indietro di 30'anni e non è certo quel che serve all'italia!
Mi dispiace non aver fatto un discorso molto attinente e ben scandito come i tuoi, ma ci tengo a discutere con te perchè mi sembri una persona decisa e intelligente, con la quale si può ragionare e mettere a confronto seriamente.
-Frasso-
gran bel discorso frasso..nulla da dire, anche se sei andato un po' fuori tema penso che tu abbia fatto la cosa giusta in quanto hai aperto altre porte a molti altri aspetti del discorso, perchè sono convinto fermamente che il problema italia non sia solo dovuto alla scuola e alle sue riforme fatte o non fatte, ma è un problema a monte, qualcosa che ci trascniamo dietro da troppo tempo..sono contento che tu abbia scritto qua, hai capito lo spirito di tutto l'intero blog, cioè parlare serenamente ed intelligentemente dei problemi e delle curiosità. Il modo in cui vedi le cose è giusto, peccato solo che chi governa non la vede così e continua una pseudo guerra puntando tutte le proprie idee piuttosto che alla crescita del paese all'eliminazione dell'opposizione..e così fa la destra come anche la sinistra..è una guerra fra di loro, che purtroppo ha travolto anche molte persone che non sanno più giudicare obiettivamente lo schifo che entrambe le parti fanno e accettano ogni idea nuova anche se sbagliata solo per prevalere su chi la pensa in modo contrario, e non per aiutare il paese a crescere. Ottimo spunto, spero che molti altri lasceranno un loro commento, e colgo l'occasione per ricordare a tutti che il blog non è un blog politico, ma se qualcuno ha tematiche nuove da proporre lo può fare liberamente anche nei commenti di un post che con ciò di cui vuole parlare non c'entra niente..poi a dargli spazio e visibilità ci penserò io..
RispondiEliminaCiao kikko, sono Frasso, sono contento della tua risposta e sono un primo sostenitore del tuo blog, per questo ti auguro un buon successo e se può farti piacere contribuirò attraverso i commenti, con qualche nuovo argomento, quando capiterà l'occasione.
RispondiEliminaDopo la tua risposta mi piacerebbe appunto approfondire un aspetto dela politica, ma senza entrarne troppo nel merito.
Come dici tu la politica si è ridotta ad essere una guerra, o forse inizia ad assomigliare più ad un gioco a squadre...
La politica è un po' come il mercato, cioè si offre ai cittadini ciò che essi richiedono.
In Italia però sono le parti politiche che, attraverso i media, dicono ciò che vuoi; per questo motivo, secondo il mio punto di vista, la situazione odierna è dovuta ad uno scarso interesse verso la vera politica.
Si, perchè la vera politica è fatta di idee, non di persone o di partiti, e ciò che manca in Italia è una apertura mentale che porta ad avere ognuno le proprie idee, forti, da portare avanti con convinzione, ma pur sempre ammettendo il confronto.
Solo una volta che si possiedono idee radicate si può scegliere il proprio rappresentante politico, ma purtroppo non è così: viviamo in un paese nel quale la politica scende dall'alto e chiede semplicemente di fare la scelta, tra poche e cattive possibilità, una volta ogni 5 anni. Queste possibilità, come dicevo, sono condivise e propinate grazie ai mezzi mediatici, che a lungo andare agiscono nella psicologia della gente, chiudendo il concetto di politica aperta e lasciando pensare solo ad un gioco tra fazioni.
Non sò se mi spiego, ma quante volte la scorsa opposizione ha giocato vincente solo criticando l'aspetto di qualche politico allora al governo?! Mi sembra vergognoso, ma evidentemente sono proprio questi aspetti superficiali sui quali si identifica la società d'oggi, che è una società altamente condizionata e che difficilmente ritroverà un'identità più naturale.
Io sono fiducioso verso i nuovi mezzi di comunicazione, ed internet può fare miracoli, sopratutto tra i giovani, che sono il popolo di domani e che in buona parte possiedono mentalità aperte.
Attraverso la comunicazione di massa bisogna darsi forza, per chiedere una politica vera e giovane, fatta di tante idee, che attraverso la democrazia possono trovare un punto di incontro.
-Frasso-
ottimo, direi che ci siamo..bell'intervento (come al solito) e ottime opinioni proposte..l'unica cosa che mi lascia un po' perplesso è vedere che i visitatori del blog interagiscono poco. E' un peccato, considerando che questo sito è il 6° in classifica generale nel sito che ne tiene la contabilità delle visite, quindi penso che di visibilità gliene abbia data abbastanza, lo trovate su netlog, su facebook, su my space e sull'archivio dei blog italiani e in più se cercate su google "nonsiamoangeli" vie esce fra le ricerche. Comunque rimango fiducioso, spero in molti altri commenti e in molte altre tematiche, confido nel far diventare questo blog un vero e proprio punto di incontro di persone e idee. Aiutatemi a renderlo possibile, ci guadagneremo tutti quanti! In ogni caso un grazie a Frasso, ogni volta che hai qualcosa di cui parlare sai dove poterlo fare liberamente, e continua a seguire il sito, magari facendo un po' di pubblicità :)...ciao bello!
RispondiEliminaDiscorso di Piero Calamandrei in difesa della Scuola nazionale
RispondiEliminaDocumenti - Altri documenti
Scritto da Piero Calamandrei - Introduzione di Salvatore Borsellino
Mercoledì 17 Settembre 2008 23:51
Questo discorso di Piero Calamandrei in difesa della Scuola Pubblica ha quasi sessanta anni ma sembra scritto oggi.
La differenza sta nel fatto che quella che Pietro Calamandrei poneva come una ipotesi astratta è diventata oggi, purtroppo, realtà attraverso un "totalitarismo subdolo, indiretto, torbido. come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre ma che sono pericolosissime".
La differenza sta nel fatto che il "partito dominante" ipotizzato da Pietro Calamandrei oggi non vuole neanche "rispettare la Costituzione" ma vuole anzi deliberatamente stravolgerla non rispettando neppure le procedure che i Padri Costituenti avevano posto a guardia della stessa per impedirne lo scempio e andando avanti a colpi di decreti legge come il "lodo Alfano" con il quale si vuole assicurare l'impunità alle quattro, ma soprattutto ad una, più alte cariche dello Stato.
Il tutto in mezzo all'indifferenza o meglio all'assuefazione dell'opinione pubblica ormai soggiogata con l'antico metodo del "panem et circenses" ( ma tra poco resteranno soltanto i circenses) e al disfacimento di una opposizione che, come dice una delle poche voci non omologate rimaste nel nostro parlamento, oscilla ormai tra la "collaborazione e il collaborazionismo".
Se ne sono accorti per fortuna i nostri giovani e la loro consapovolezza, così lontana dall'ottundimento ormai imperante, ha dato vita ad una rivolta trasversale, senza colori politici dato che di quella cosa sporca che è diventata la politica in Italia tanti giovani si vogliono tenere lontani, che ha fatto sentire l'esigenza ad una delle anime più nere della nostra Repubblica di suggerire all'attuale ministro degli interni di adoperare gli stessi metodi da lui adoperati negli anni 70.
Cioè "infiltrare il movimento di agenti provocatori" per fari si che, con il loro aiuto "devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città" per potere cosi poi avere il pretesto di "mandarli tutti in ospedale, picchiarli e picchiare anche i docenti" , soprattutto "le maestre ragazzine".
Verso i ragazzini quello che giustamente un tempo veniva chiamato "Kossiga" deve avere un odio viscerale, basta ricordare quello che diceva un tempo di Rosario Livatino, il "giudice ragazzino", morto per servire lo Stato, non certo lo Stato rappresentato da Cossiga, e perchè lasciato solo dallo Stato, questa volta si dallo Stato rappresentato da Cossiga.
Quello stesso Cossiga che chiamò a far parte della commissione ristretta costituita per l'emergenza del sequestro Moro anche, sotto falso nome, Licio Gelli. Come chiamare Goering a difendere gli ebrei.
A fronte di queste minacce, a fronte dell'incitamento a usare i manganelli contro i nostri figli che lottano per il loro futuro sarebbe una colpa ben più grave delle tante che già ci portiamo addosso per avere consegnato loro questo paese quello di restare inerti, di approvare a parole la loro rivolta ma delegare solo a loro questa lotta.
Lo abbiamo già fatto in troppe altre occasioni con dei magistrati, con dei poliziotti, con dei giornalisti, con tante altre vittime del potere costretti, anche per colpa nostra, a diventare degli eroi.
E' un dovere imprescindibile per noi scendere in prima linea e offire le nostre fronti, i nostri corpi, a quei manganelli che vorrebbero colpire i nostri giovani.
Siamo noi ad esserci meritato questo paese, non loro.
Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950
Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.
Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"
Questo non ha assolutamente di essere commentato.
Un discorso inquietante, pungente, "icastico", toccante, magnifico. Penso che è difficile credere che sia così attuale anche se in realtà è difficile credere che non losia!
Penso che il governo ha sempre fattoquello che piu gli è stato comodo.. come anche adesso! Che quando la plebe, la turba, il volgo ha cominciato ad alzare la testa ecco sedati gli animi con l oppio.. E qui la mia critica al popolo italiano e al governo italiano, rispettivamente in: stupidi polli e macchina potente efficacemente arrivista. "L oppio oggi è l informazioni e anche il benessere purtroppo" ( grazie andrea ) Sarò banale ma è la realtà. Io sono profondamente disgustato dai disordini generati dalle legge gelmini e dal decreto 133 ma a questo punto posso dire: io chi sono? Non sono nessuno. Le mie proteste sono state solo sentite ma non ascoltate. Tuttu gli altri li fuori che si battono per questa cuasa chi sono? E cosa sono? Sono professori e maestri arrabbiati. sono genitori preoccupati per il futuro dei propri figli e c sono studenti.. un infinità di giovani ragazzi.. e dato che questa causa è sostenuta su piu punti sia da giovani di destra che giovani di sinistra ecco che si può parlare della "giovane italia". Ma chi è tutta questa gente? Nessuno.. come me! Il governo ci comanda ci limita.. sentirsi presi per il culo è degradante, figurarsi dal proprio stato.. da quella gente che hai votato e che se non hai votato è gente in cui cerchi comunque di riporre fiducia.. ma il risultato è sempre lo stesso, inequivocabile!
Mi sento inerme di fronte al mio governo.. una sensazione di prostrazione troppo grande.. Sono molto deluso e nulla di più..
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